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Che cos'è la traversata atlantica in barca a vela?

Traversata AtlanticaPerché nell'era delle spedizioni sullo spazio, delle comunicazioni satellitari, di internet nutriamo un certo fascino per la traversata oceanica in barca a vela?
Ancora oggi è in discussione se Cristoforo Colombo sia stato il primo a varcare le mitiche Colonne d'Ercole e avventurarsi oltre l'ignoto. O se qualcuno molto prima di lui avesse già navigato raggiungendo le coste di quel mondo potenzialmente scomodo per chi dominava gli scambi commerciali nel Mediterraneo e verso Oriente in quegli anni. Molti sono gli studiosi che ancor oggi si dedicano per trovare una risposta.
Nel pianificare la Traversata Atlantica da Est ad Ovest si incomicia a studiarne il periodo della partenza, quando cioè i mitici alisei di Nord-Est incominceranno a soffiare, cosi da accompagnarci verso ovest. Ed ecco che la nostra memoria naviga a ritroso, nel lontano passato, immaginando le caravelle sospinte dai quei venti che gli permisero di varcare quell'immensità liquida e sconosciuta. E si pensa al tempo che gli equipaggi trascorrevano in mezzo al mare. Ma quanto potrà durare il  nostro viaggio? Periodo durante il quale si vedrà solo mare; periodo che si condividerà solamente con quel piccolo nucleo formato da chi, come te, ha scelto di fare questa esperienza partecipando ai propri turni di guardia e al timone e riposando quando sarà il suo momento di riposo; periodo durante il quale non si troveranno rifornimenti di alcun genere.
Al termine di questa esperienza forse ognuno di noi troverà la propria risposta.

Traversata Ocenica dell'Atlantico: tempo, partenza e per chi

QUANDO: da Est verso Ovest a metà novembre;
Da Ovest verso Est metà aprile ;
DA DOVE: metà novembre dalle isole Canarie per le Piccole Antille;
metà aprile da St. Martin per isole Azzorre;
DURATA: dai 16 ai 22 giorni;
PER CHI: per te che desideri fare un'esperienza di navigazione e vita di mare in barca a vela a 360°.

Per chi desiderasse navigare per un periodo più breve, assaggiando l'Oceano, ci sono due possibilità:

  • dalla Spagna verso le isole Canarie ai primi di novembre durata 8/10 gg
  • dalle isole Azzorre verso la Spagna a metà maggio durata 8/10 gg

 

DATE E LUOGHI D'IMBARCO VERRANNO DECISI OGNI ANNO 
E LE POTRETE TROVARE NELLA PAGINA DEDICATA AI PROGRAMMI.


TRAVERSATA ATLANTICA A VELA EST-OVEST

Alla fine dell'estate come gli uccelli che migrano, anche noi andiamo verso il caldo dei tropici. A metà settembre quindi, iniziamo a navigare con prua rivolta ad ovest dividendo in due tratte la navigazione che dall'Italia ci porterà fino alle isole Canarie da dove partirà la TRAVERSATA ATLANTICA.
La prima inizia come una sorta di piccola crociera in barca a vela in Sardegna, verso le isole Baleari per terminare in Spagna, solitamente nel porto di Almerimar (situato a circa 130 mg dallo Stretto di Gibilterra) oppure a Benalmadena (appena 70 mg più a sud di Almerimar);
La seconda ci vede liberare gli ormeggi dalla Spagna, oltrepassare lo Stretto di Gibilterra e dopo circa 6, 7 giorni di navigazione in Atlantico ormeggiare nel porto di Tenerife o Gran Canaria.

E' durante questa tratta che la situazione meteo potrebbe metterci un po' alla prova: l'inverno oramai non si fa più attendere a queste latitudini, l'anticiclone delle Azzorre incomincia a posizionarsi a sud delle stesse isole lasciando libero accesso alle perturbazioni che da ovest entrano in Mediterraneo, dando cosi il loro benvenuto ai navigatori di queste latitudini.
Malgrado tutto, il  vento che prevalentemente ci accompagna in questa tratta dovrebbe essere il nord est che ci permette di mantenere un'andatura al gran lasco con mare in poppa.

Assaporando il respiro dell'oceano e le temperature miti delle latitudini più meridionali che miglio dopo miglio ci guadagniamo, tutto l'equipaggio prende il ritmo del proprio turno al timone e di guardia, quotidianamente avvengono i contatti radio (tramite radio ssb) con le altre barche sulla stessa rotta, e con chi, da terra, ci seguirà per tutta la navigazione.
Arrivati alle Canarie, saluteremo l'equipaggio che ha partecipato a questa esperienza, provando l'emozione di uscire dalle mitiche Colonne d'Ercole assaggiando un po' di navigazione in Oceano Atlantico e che a malincuore ritornerà alle latitudini più fredde.

Dopo qualche giorno di buon riposo si incomincia a pensare alla Traversata Atlantica: i partecipanti incominciano ad arrivare, almeno un paio di giorni prima della partenza, così da entrare nell'atmosfera giusta: si predispone la barca per la lunga navigazione e si prende confidenza con la stessa, si prepara una buona cambusa, facendo una buona scorta di viveri e bevande che dovranno essere sufficienti per tutto il tragitto che potrà durare dai 16 ai 22 giorni.
Tutto pronto, si avvisa a casa, l'emozione è alle stelle: si parte!
Per le prime 30 mg navighiamo tra le isole, poi...L'Oceano.
Prua a sud ovest: la speranza è che il mite aliseo non tardi a sopraggiungere: seguendo la sua "rotta" ci permetterebbe  di condurre una navigazione più "comoda", vele a farfalla, mare in poppa e corrente a favore. Si incomincia da subito a prendere il ritmo con il proprio turno di guardia e poi al timone, e il proprio momento di riposo. Dopo due, tre giorni diventa tutto cosi naturale: l'alternarsi di tramonti a prua ed albe a poppa, stellate infinite illuminate dalle fasi lunari, l'onda oceanica e il dolce respiro dell'oceano, i colpi di vento e l'assenza totale, il riguardo nel consumo dell'acqua per lavarsi, l'uso dell'energia elettrica. I giorni passano, le miglia all'arrivo diminuiscono.  La stanchezza un po' si fa sentire, il desiderio di arrivare anche. La buona cucina di bordo non ci fa mai mancare nulla: dal pane appena sfornato alla frutta e alla verdura fresca, al pesce appena pescato alle buone zuppe ai dolci e quant'altro necessario per risollevare gli animi in ogni momento della giornata.

Chi per primo avvisterà terra? L'emozione è tanta quando mancano le ultime 30 miglia, e se la visibilità lo permette si può quasi scorgerne il profilo.
In un attimo il sentimento si confonde tra soddisfazione e malinconia... ed il silenzio domina per qualche minuto: è terminato un viaggio, un'esperienza quale la traversata.
Ormeggiamo Penelope 1 in banchina e... tocchiamo terra! E, naturalmente, si stappa la bottiglia che con noi ha navigato e si brinda! COMPLIMENTI E BEN ARRIVATI A TUTTI!
Ognuno avrà trovato la propria risposta a quella domanda iniziale: che cos'è la traversata oceanica in barca a vela?

TRAVERSATA ATLANTICA A VELA DA OVEST-EST

Trascorsi i mesi invernali a navigare tra le Piccole Antille, tra latitudine 12°N e 18°N, è arrivato il momento di ritornare in Mediterraneo. Cominciamo, quindi, a consultare le carte meteo del Centro-Nord Atlantico e notiamo che lì, proprio dove saremo a navigare tra circa un mese, i venti sono ancora sostenuti. Ma siamo fiduciosi che la situazione cambierà al momento giusto.

Solitamente, preferisco partire da St. Martin tra il 1° ed il 15 Aprile.
Questa è considerata la vera Traversata Atlantica da Ovest a Est.
Vera perché le situazioni che si possono incontrare sono varie, e la navigazione diventa tecnicamente più interessante.

Si parte da latitudine 18°N e longitudine 63°W per fare meta alle isole Azzorre posizionate a latitudine 38°N longitudine 28°W.
Anche qui gli alisei di Nord-Est dominano. Ma per la rotta che dovremmo seguire non ci saranno favorevoli. Così per la prima settimana circa, la prua guarda a Nord costringendoci ad una bolina che seppur larga è sempre bolina, per uno, due, tre, quattro e chissà per quanti altri giorni consecutivi. E nei momenti di calma di vento si cerca di guadagnare verso est.
Se il mare si fa grosso, dato che nemmeno lui arriva da poppa, può presentarsi la necessità di mettersi alla cappa giusto il tempo di far prendere energia all'equipaggio... e alla barca. La famosa "cappa", manovra letta sui libri, studiata nella nostra mente, provata forse nelle giornate di sole e mare calmo appena fuori dal porto ma mai sperimentata nella situazione che più la richiede.
Nel frattempo, man mano che si sale di latitudine, si tengono sotto controllo le basse pressioni che scorrono da ovest verso est tra latitudine 30°N e 35°N. Queste potrebbero aiutarci a guadagnare verso est dato che con il loro moto antiorario ci darebbero vento da sud-ovest, ovest o nord-ovest, quindi andatura più larga, mare in poppa e via... rotta buona verso est.
Bolina continua, cappa, meteorologia, gran lasco, lasco... qui il velista si arricchisce. Senza dimenticare gli incontri che più ci lasciano con il fiato sospeso: man mano che ci si avvicina alle Azzorre non manca mai la probabilità di incontrarle, loro, le padrone di casa. Le balene.

Dopo 16, 21 giorni siamo in arrivo alle isole Azzorre. Fajal, la prima che incontriamo sulla nostra rotta, il suo porto Horta riparatissimo con qualsiasi condizione meteo. È un luogo dall'atmosfera magica. Il benvenuto viene dato dai numerosissimi dipinti che, uno attaccato all'altro ricoprono completamente la banchina del porto, testimonianza di tutte le barche che, chissà da quando, trovano ristoro dopo giorni di navigazione in Atlantico durante la loro migrazione verso il Mediterraneo. Anche noi ci organizziamo: tutto l'equipaggio, prima di sbarcare per far rientro a casa ha l'obbligo di dipingere il ricordo del nostro passaggio.
Qualche giorno lo dedichiamo a fare i turisti perché queste isole di origine vulcanica sono veramente particolari: in questo periodo, la primavera, sono un giardino completamente fiorito. Non a caso il loro nome, Azzorre, deriva da azul, in portoghese azzurro dato da Cristoforo Colombo che al rientro dal suo viaggio si ritrovò in queste isole completamente ricoperte dalle ortensie azzurre in fiore.
Lasciamo Fajal per raggiungere a 150 miglia Sao Miguel l'isola più grande delle Azzorre. Anche qui l'atmosfera è particolare. Attendiamo il nuovo equipaggio, rimpinguiamo la cambusa e via, issiamo le vele: 1000 miglia ci dividono da Gibilterra. Anche questa tratta è una bellissima esperienza per chi ancora non sente il richiamo della traversata atlantica ma nutre un certo fascino per la navigazione in Atlantico: andature varie, l'aliseo Portoghese, il respiro dell'Oceano. Anche questa è la zona dove la probabilità di incontrare cetacei è altissima e quasi sempre l'occasione non manca mai.

A Gibilterra i venti prevalenti sono il Levante ed il Ponente: con quest'ultimo l'ingresso ci è assicurato e facilitato, altrimenti un ottimo porto appena a sud del famoso Capo Trafalgar ci ospiterà per attendere il vento favorevole.
Appena entriamo in Mediterraneo la sosta d'obbligo è a Benalmadena o Almerimar.

Oramai siamo a casa e ancora una volta la memoria naviga nel passato, tra le righe di qualche racconto di navigatori che descrivevano lo Stretto di Gibilterra come le porte di casa.

BUON VENTO E COMPLIMENTI A TUTTI I PARTECIPANTI
Eugenio

Per maggiori dettagli contattateci direttamente info@crocierevelafavero.it - cell +39 3355460160 / +39 3382029488

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